Autunno, la stagione delle poesia e di una certa malinconia chiusa tra il ricordo della vivacità dell’estate e l’attesa del grande silenzio dell’inverno che tutta la natura mette a riposo.
Forse proprio entrando in una vigna in autunno tutta l’ispirazione che aiuta la riflessione e la poesia, trova un motivo ed un’origine.
Mentre nelle cantina il vino matura ed trasforma il suo colore mutando dal cupo viola all’acceso rubino, nelle vigne le viti quasi solidali alla sorte dei loro frutti cambiano il loro colore ed il verde lascia il posto al giallo, all’arancio, al rosso tingendo di calore il paesaggio, quasi in risposta al freddo che avanza e al sole che sempre più nascosto dalle nuvole, fa visita più raramente durante il giorno.
Ma in quelle giornate o quei brevi momenti in cui la luce del sole scalda le vigne in autunno, immensamente bello è il panorama che si mostra ai nostri occhi. I colori caldi delle foglie di vite assumono tutta la loro pienezza e la loro intensità, con una varietà ed un movimento che costringe la vista a posarsi su dettagli o colpi d’occhio in continuo differenti.
E gli ultimi grappoli rimasti sulle viti, come speciali sopravvissuti ad un esodo di massa, ad una inesorabile migrazione collettiva, stanno in bella mostra, scoperti dalle foglie che lentamente si accartocciano.
Forse troppa poesia, forse ci siamo lasciati prendere, ma è anche da questi ordinari spettacoli e dalla semplicità della fascino della natura che ci piace sentire dentro di noi la bellezza della vita.